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Introduzione, note e cura di Sebastiano Arena
Lo scopo di questo volume è la trascrizione, lo studio e l’analisi delle lettere inedite di Federico De Roberto e Corrado Ricci. Il carteggio è utile non soltanto perché contribuisce ad ampliare gli studi sullo scrittore siciliano, ma anche perché fornisce un nuovo strumento di indagine sulla guida illustrata che Corrado Ricci, curatore per l’Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo, aveva commissionato a De Roberto, pubblicandola nella “Collezione di monografie illustrate” per la serie “Italia Artistica” nel 1907. De Roberto, sebbene riluttante, come testimoniano le lettere, ricevette da Ricci l’incarico di occuparsi sia del testo narrativo sia del testo visivo riguardante Catania. Il volume è diviso in due capitoli. Il primo è dedicato all’analisi della collezione di monografie illustrate curata da Ricci. Il secondo capitolo ha come oggetto di studio precipuo il carteggio tra De Roberto e Ricci (1900-1924), che permette di conoscere a fondo il legame d’amicizia tra lo scrittore catanese e lo studioso ravennate e la stima che li lega.
il lungo sodalizio con quella che fu per diversi anni la principale impresa editoriale italiana e il conseguente corposo carteggio – nel quale sono da registrare pure lunghe pause dovute all’allontanamento dello scrittore verso l’editore Galli, innanzitutto, o a episodi di forte frizione tra i Treves e De Roberto – prendono le mosse, per ciò che ne resta, da una breve cartolina del 24 aprile 1886 inviata dal patriarca dell’impresa, Emilio, a De Roberto; gli scriveva per esortarlo a inviargli un’opera (La Sorte, come si intuisce dalle missive seguenti), a cui evidentemente Federico aveva fatto cenno in una missiva antecedente non conservatasi, lasciando intravedere allo scrittore la concreta possibilità di ottenere una promessa di pubblicazione: «mandi il manoscritto, e poi le potrò dare una risposta precisa, che non dubito sarà favorevole».4 La risposta, invece, si fece lungamente attendere e, quando giunse, portò notizie assai diverse da ciò che lo scrittore si aspettava.
Il presente volume contiene tutto il carteggio intercorso (dal 1886 al 1926) tra Federico De Roberto e i Treves – sia la famiglia sia gli impiegati e i dirigenti della Casa editrice –, non potendosi scindere la dimensione privata da quella lavorativa, gli affetti dagli affari, quando si tratta della Fratelli Treves Editori.
A cura di Giuseppe Savoca e Antonio Di Silvestro
Se le vicende delle carte di Giovanni Verga, soprattutto per le opere definite e licenziate da lui stesso, sono state e sono accidentate e ancora in svolgimento, quelle delle lettere attestano il massimo della confusione, della frammentazione e della imprevedibilità. Le numerose raccolte già pubblicate potrebbero suggerire l’idea che il più del lavoro documentario su questo versante sia stato già fatto, ma nella realtà le cose stanno in maniera alquanto diversa, soprattutto per la modesta qualità filologica di molte delle stampe e delle edizioni realizzate. Su questo secondo aspetto, il contributo presente si colloca su una linea di rigore, ponendosi anche come naturale involontario romanzo familiare ‘autobiografico’.
Il volume è organizzato presentando i pochi materiali epistolari già stampati insieme a quelli (la maggior parte) inediti, trascritti con la massima cura. Sia gli editi sia gli inediti sono corredati di un essenziale apparato esplicativo sui contenuti e sulle forme della scrittura verghiana. Le lettere ai fratelli contenute in questo volume (l’intero blocco Christie’s di lettere inedite a Mario acquisito dalla Regione Sicilia nel 2008, e le 24 a Pietro già stampate da altri) partono dal luglio 1886 (con due anticipi estravaganti, provenienti da altra fonte, dell’83 e dell’85), facendo dunque registrare un vuoto di più di cinque anni, e si fermano al 20 giugno 1897. A queste lettere ne seguono meno di altre trenta per gli anni 1899-1920 (di cui solo cinque trascritte da manoscritti e il resto attinto alle Lettere sparse). L’unica lettera al fratello Mario rintracciata per l’85 (3 gennaio) in un microfilm del Fondo Mondadori può in qualche modo riassumere il moltissimo che manca degli anni intermedi fra le due raccolte all’insegna di «una vera battaglia di tutti i giorni», tanto per difendersi, tra Milano e Roma, dagli attacchi di un certo ambiente letterario, giornalistico, teatrale, quanto per destreggiarsi tra debiti e prestiti, passività, canoni e cambiali che segnano da sempre e per sempre la situazione economica di Giovanni e della famiglia, mai stabilizzatasi e mai in ‘attivo’.
Introduzione, note e cura di Oreste Palmiero
Il carteggio qui raccolto in edizione critica, che per la prima volta riunisce l’intero materiale epistolario ora rintracciabile riguardante i due scrittori, si caratterizza per il suo alto valore intrinseco. Il ricco numero di lettere che lo costituisce, offre una lettura stimolante e ricca di spunti anche curiosi, non solo sulle vicende personali che accompagnarono la parabola biografica di Verga e Giacosa, ma anche sugli episodi artistici (specificatamente teatrali) che fecero da sfondo al dipanarsi delle loro carriere. A ciò si aggiunga l’interesse scaturito dall’osservazione del consolidarsi di un’amicizia che, sebbene coltivata principalmente nei rapporti personali diretti, trova nella corrispondenza un mezzo potenzialmente non secondario, in virtù della caratteristica naturalmente confidenziale e riservata di tale strumento di comunicazione.
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INDICE ANNALI 12/2019
– Giorgio Forni: Capuana, Richet e la suggestione
– Giuseppe Polimeni: «Ma sarà l’opera di quello scrittore»: voci e temi del dibattito sulla lingua nella Milano pre-verghiana (1865-1871). Primi sondaggi
– Donatella La Monaca: Luigi Gualdo «corridore a staffetta» nella «selva» di fine Ottocento
– Antonino Antonazzo: Inediti verghiani in lettere a Giulio Ricordi
– Milena Giuffrida: Per un contributo all’ecdotica dei carteggi verghiani. Alcune considerazioni in margine al carteggio Verga-Capuana
– Stephanie Cerruto: Il carteggio Verga-Martini: notazioni linguistiche e culturali
– Francesca Puliafito: Appunti sulle suggestioni naturaliste ne Il marito di Elena
– Daniela De Liso: Matilde Serao, la “letterata viaggiante”. Storie di vita e di viaggi tra Napoli e il mondo sul finire dell’Ottocento
– Elisabetta Mantegna: Le «novelle che si leggono di un soffio»: Matilde Serao e la letteratura educativa post-unitaria
– Dino Manca: L’Edizione Nazionale delle Opere di Grazia Deledda: i percorsi e i risultati della prima filologia deleddiana
– Maria Carreras i Goicoechea: Nota alla polemica sulle traduzioni spagnole de I Viceré: il caso di M. Navarro e J.R. Monreal
– Andrea Manganaro :«Here and There Where the Sun Is Born and Dies»: Verga’s Heroes and Ourselves
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VERGA E “GLI ALTRI”.
LA BIBLIOTECA, I PRESUPPOSTI, LA RICEZIONE
a cura di Andrea Manganaro e Felice Rappazzo
Sono raccolti in questo numero della rivista saggi di studiosi italiani e stranieri che indagano il rapporto fra Verga e “gli altri”. Le ricerche qui esposte muovono in tre principali direzioni: la prima riguarda gli autori che sono stati fonte di suggestioni tematiche e formali, anche indirette, costituendo la “biblioteca” reale o ideale dello scrittore catanese; la seconda riguarda scrittori che ne hanno ricevuto stimoli e spunti, in Italia, a partire dai suoi contemporanei e fino al tardo Novecento; la terza guarda alla ricezione di Verga in vari paesi, anche lontani geograficamente e culturalmente. Molti dei saggi qui pubblicati sono il risultato degli interventi proposti in occasione del Convegno Internazionale Verga e “gli altri”. La biblioteca, i presupposti, la ricezione, tenutosi a Catania (27-29 settembre 2017), su iniziativa del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, della Fondazione Verga, dell’ADI-SD (Associazione degli Italianisti – Sezione Didattica).
ANNALI INDICE N. 11/2018
– Nadia Amine: Proposta di lettura interculturale dei Malavoglia di Verga: un incontro con il Marocco tramite proverbi, modi di dire, usi e costumi
– Dainius Bure: Le prime traduzioni e i primi traduttori di Giovanni Verga in Russia e in Lituania
– Riccardo Castellana: Lo spazio sociale de I Malavoglia
– Rosario Castelli: La lezione del Maestro: De Roberto e l’angoscia dell’influenza verghiana
– Patrizia D’arrigo: Vittorini e Verga
– Novella Di Nunzio: Il Verismo come strumento interpretativo. Uno studio del realismo critico lituano alla luce dell’opera di Giovanni Verga
– Antonio Di Silvestro: Per Verga e Flaubert
– Milena Giuffrida: La biblioteca di Giovanni Verga
– Myriam Grasso: Per Pavese e Verga
– Pedro Luis Ladrón De Guevara Mellado: La presencia de Giovanni Verga en la prensa española durante el siglo XIX. Una recepción desconocida
– Giorgio Longo: Verga in Francia. Una messa a punto
– Andrea Manganaro: Verga e il 1848
– Felice Rappazzo: Presupposti per Verga: fra Balzac e Stendhal nel processo della rappresentazione
– Massimo Schilirò: Il silenzio del maestro. Verga e Brancati
– Antonio Sciacovelli: Verga e la Finlandia
– Giuseppe Traina: Un’idea di Verga in Sciascia, Bufalino e Consolo
– Pasquale Guaragnella: A proposito del libro di Giuseppe Traina, Un altro De Roberto. Esperimenti e ghiribizzi di uno scrittore, Loffredo, Napoli 2018
– Simona Inserra: Dediche, postille e segni di lettura nei libri di Federico De Roberto: tracce d’uso in una biblioteca d’autore
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MOTI POPOLARI NELLA LETTERATURA ITALIANA TRA UNITA’ E PRIMA GUERRA MONDIALE
a cura di Nicolò Mineo
INDICE ANNALI N. 10 /2017
– Alessandro Merci: «Come disperar della plebe?»: Carducci e il mito infranto del popolo nazionale
– Clara Allasia: «Stanga, Quibio, Cràstino […] oggi sono degli spostati»: Giovanni Cena e il Risorgimento nelle soffitte di via San Donato
– Fabiana Savorgnan Cergneu Di Brazzà: L’idea di popolo nella narrativa di Caterina Percoto
– Nicolò Mineo: Per una rilettura di “Libertà” di Giovanni Verga
– Mario Tropea: Sull’Oceano e “della leggera”. Aspetti dell’emigrazione in letteratura: De Amicis, Pascoli, Campana (e Emilio Salgari)
– Emanuela Bufacchi: «‘O cannone fa buh buh!». Note sui moti del ’98 a Napoli tra cronaca e letteratura
– Dora Marchese: Memorie familiari tra Risorgimento e Primo Novecento in uno scritto inedito di Adelaide Bernardini
– Aldo Maria Morace: Verso la Grande Guerra. Ribellismo e colonialismo
– Laura Nay: «Un guizzo di fiamma nella prigione del lucido cristallo»: «Per l’idea» letteratura e socialismo a Torino
– Silvia Zoppi Garampi: «La vita nova» (1895-1896): la letteratura precede e prepara la nascita del movimento politico della democrazia cristiana di Romolo Murri
– Giuseppe Traina: Rubè di Borgese, «inquieto e inquietante» romanzo dell’ambivalenza
– Luigi Marseglia: La Jacquerie e la rivoluzione ‘pacifica’ negli scritti di Tommaso Fiore
– Rossana Lavopa: «Ispirato dal vero»: Francesco Bernardini e la letteratura di brigantaggio
– Renata Cotrone: «Fare opera d’arte insieme»: Tommaso Fiore e la realtà culturale del Sud
– Cinzia Gallo: Moti e rivolte popolari nel Risorgimento di Vincenzo Consolo
– Giovanna Alfonzetti: Cortesia di “genere” diverso: Marina ed Enrichetto, tra galatei e romanzi di formazione
– Daria Motta: Studio preliminare per l’edizione critica di Una peccatrice
– Rosaria Sardo: Capuana tra questione della Fiaba e questione della lingua
– Agnese Amaduri: Documenti dal fronte: l’epistolario di Federico De Roberto e i suoi “racconti di guerra”
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VERGA E NOI
LA CRITICA, IL CANONE, LE NUOVE INTERPRETAZIONI
(Siena, 16-17 marzo 2016)
a cura di Riccardo Castellana, Andrea Manganaro, Pierluigi Pellini
Si pubblicano in questo fascicolo degli «Annali della Fondazione Verga» i risultati del convegno Verga e noi. La critica, il canone, le nuove interpretazioni, organizzato a Siena il 16 e 17 marzo 2016 da Riccardo Castellana e Pierluigi Pellini presso il Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne, nell’ambito delle attività del Dottorato di ricerca in Filologia e critica e con il sostegno economico dell’editore Palumbo di Palermo.
INDICE ANNALIL N. 9/2016
– Romano Luperini: Il «terzo spazio» dei vinti
– Andrea Manganaro: Partenze senza ritorno. Gli eroi di Verga e noi
– Giuseppe Lo Castro: Gli incubi del narratore. Quelli del colèra e la logica della folla
– Gabriella Alfieri: Le «gamme retoriche» del «non grammatico» Verga
– Alessio Baldini: Raccontare l’Italia plurale: “questione meridionale” e immaginario morale nel Verga verista
– Felice Rappazzo: Giovanni Verga moralista e antropologo: all’ombra del realismo, verso il Novecento
– Francesco de Cristofaro: La realtà trema. Il Verga straniato di Vaccari, Scimeca, Delbono
– Paolo Giovannetti: Il lettore ‘immersivo’ di Verga: qualche ipotesi
– Daniele Giglioli: Il personaggio in lotta con l’autore: ’Ntoni ed Étienne
– Riccardo Castellana: Descrizione d’ambiente e spazio sociale nel Mastro-don Gesualdo
– Matteo Di Gesù: Verga e il sentire mafioso. Altre annotazioni tra storia e letteratura
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CAPUANA NARRATORE TRA FIABA E NOVELLA
Atti del Congresso per il centenario della morte
(Catania, 11-12 dicembre 2015)
a cura di Dora Marchese
INDICE ANNALI 8/2015
– Nicolò Mineo: Trasformazione e stabilizzazione nella fiaba di Capuana: Si conta e si racconta
– Domenico Tanteri: Capuana fantastico (e fantascientifico)
– Mario Tropea: Contributo per un ordinamento delle novelle spiritiche di Luigi Capuana
– Rosalba Galvagno: La donna “nervosa” e “moderna” di Luigi Capuana. Fasma e i Profili di donne 83 Giorgio Forni Anomalia e sperimentazione nei Profili di donne di Luigi Capuana
– Dario Stazzone: Tra parola e immagine: Profili di donne di Luigi Capuana
– Ambra Carta: Le Appassionate in camera oscura
– Dora Marchese: Riscritture capuaniane di novelle verghiane sulla giustizia
– Giuseppe Domenico: Basile Ironia, pittoresco e orientalizzazioni. L’immagine della Sicilia nelle Paesane di Luigi Capuana
– Arnold Cassola: Luigi Capuana e i suoi rapporti con Malta
– Guido Nicastro: Gli atti unici di Capuana tra Verga e Pirandello
– Aldo Maria Morace: Capuana e il teatro in versi
– Cinzia Emmi: La voce di Giacinta: sulla lingua del dramma eponimo
INDICE N. 7/2014
GENERI TESTUALI NEL VERISMO
– Carla Riccardi: Con il verismo nasce la novella moderna
– Rosalba Galvagno: Figure del Cristo ne Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana
– Margherita De Blasi: Tra romanzo e novella. Coincidenze tra X ed Eros
– Damiano Frasca: Una lettura di Quelli del colèra di Giovanni Verga
– Rosa Maria Monastra: Due serve verghiane: Lucia e Femia
– Novella Primo: Le maschere nella Primavera di Verga novelliere
– Oreste Palmiero: «Mio caro Pino della montagna»: In portineria e il teatro nel carteggio Verga-Giacosa
– Andrea Manganaro: «La prima ispirazione della forma». La genesi ‘fiabesca’ delle novelle di Verga
– Milena Giuffrida: Nella biblioteca di Verga: suggestioni e modelli
– Antonio Di Silvestro: Verga: gli abbozzi teatrali e il ciclo incompiuto
– Maria Di Giovanna: Squallide derive in Artisti da strapazzo. Su due finali e altre varianti
– Giulia Lombardi: «In lei c’è una vera stoffa di novelliere». Federico De Roberto autore di novelle
– Giuseppe Traina: Ironia e umorismo nella narrativa breve di Federico De Roberto
– Rosario Castelli: Per un’edizione completa del teatro di Federico De Roberto: testi rappresentati, inediti e rari
INDICE
– Gabriella Alfieri: Presentazione
– Giorgio Forni: La vicenda redazionale delle Novelle rusticane. Un quadro dei risultati conseguiti
– Lucia Bertolini: Il percorso discontinuo da Frine a Eva
– Maria Di Venuta: Il marito di Elena
– Carla Riccardi: Primavera: una nuova fisiologia dell’amore
– Margherita De Blasi: Per l’edizione critica di Eros
– Rosy Cupo: Per l’edizione critica di Dal tuo al mio di Giovanni Verga
– Barbara Rodà: Per l’edizione critica del testo teatrale de La Lupa. Con una nota su Cavalleria rusticana
INDICE ANNALI N. 5/2012
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– Luciana Salibra: Incastri di lingua e dialetto nel Mastro-don Gesualdo di Vaccari
– Manuel Gamuzza: La “silenziosa” evoluzione dei protagonisti: Gesualdo e Bianca tra le due stesure del Mastro
– Antonio Di Silvestro: Capuana e Verga tra ‘plagio’ e riscrittura. La novella Quacquarà e il Mastro-don Gesualdo
– Salvina Bosco: Le carte rapite
– Antonio Di Grado: Viaggiatori virtuali e scrittori in gita. Da Verga a Vittorini e oltre
– Modestino Della Sala: Verga e Del Balzo. La storia vera ne Il marito di Elena
– Dario Stazzone: L’imperativo del nome del padre e il «delirio» ne Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana
– Luigi Di Giovanni: Il volto del paese di Cesare Dorello
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