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Saggi su architettura e cosmopolitica
A cura di Gianluca Burgio e Ramon Rispoli
Le architetture non sono mere composizioni formali ma veri e propri dispositivi materiali: tecnologie capaci di operare, di produrre effetti concreti sul mondo. È questa una delle premesse fondamentali su cui si fonda il lavoro transdisciplinare di Andrés Jaque e del suo Office for Political Innovation, attivo tra Madrid e New York all’intersezione tra pratica progettuale, ricerca e diffusione culturale. Il lavoro di Andrés Jaque ha portato a una trasformazione radicale del modo in cui l’architettura viene intesa, comunicata e praticata. L’impatto è globale, sebbene particolarmente notevole nell’architettura spagnola. Attraverso la microstoria, il suo lavoro rivela architetture apparentemente omesse nelle storie dell’architettura, dei suoi archivi e delle sue piattaforme operative. Se le grandi storie si sono concentrate su opere, personaggi ed eventi che confermano il rapporto tra disciplina e strutture di potere, Jaque insiste sul protagonismo degli agenti, umani e non, che operano nella quotidianità e sono essenziali per comprendere la politica spaziale contemporanea.
Introducing Living Sphere è un manifesto aperto che propone una visione alternativa dell’architettura e che prende una posizione precisa nel mondo della disciplina architettonica. Esso è stato concepito per essere uno strumento a disposizione di chi lo legge: questo libro è infatti costruito come una sorta di “macchina” – un assemblaggio – di idee e dinamiche teoriche da ampliare e costruire con spirito rinnovato anche insieme al lettore. La chiave centrale che caratterizza Introducing Living Sphere è il ribaltamento della visione antropocentrica applicata all’ambiente costruito, che viene interpretata come una visione riduttiva e non più operativa al giorno d’oggi.
Da un lato, dunque, l’architettura viene qui presentata come un insieme di pratiche, di idee e di sistemi simbiotici che vivono di relazioni, in un’ottica realmente ecologica. Dall’altro, si prova a sottrarre l’architettura a quella che si ritiene essere un’eccessiva astrazione formale e alla conseguente deriva autoreferenziale. Astrazione e autoreferenzialità trasformano, infatti, le pratiche architettoniche in un linguaggio autonomo, ermetico e in definitiva impenetrabile.
Partendo da queste due idee, Introducing Living Sphere si presenta come un’opera aperta – non conclusiva e anzi altamente modificabile – che suggerisce una possibile strumentazione concettuale e pratica, e che introduce nell’ambiente costruito quella dimensione vitale che spesso l’architettura della modernità ha dimenticato.
Infine, proprio per questa volontà di ribaltare il punto di vista universalmente accettato, il libro presenta un capitolo speciale dal titolo Delirious Sphere. Esso è una linea di fuga, un modo per sovvertire le convenzioni dell’architettura e con esse alcune regole che sono ampiamente accettate e quasi mai messe in discussione. Quindi, con un po’ di ironia, Introducing Living Sphere prova capovolgere “il mondo conosciuto” e prova a immaginare cosa sarebbe successo nell’architettura moderna se avesse accolto al suo interno, fin dall’inizio, la cosiddetta sfera della vita…
[Il libro è edito in inglese e al suo interno presenta anche una traduzione integrale in italiano.]
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