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SEDUTTIVITA’, EROTIZZAZIONE E DESIDERABILITA’ DEI CORPI
I corpi che affollano la costruzione della società del narcisismo sono i corpi del lusso, della moda e dello sport. Corpi sensuali ed erotizzati che più di qualsiasi altro aspetto della vita sociale contribuiscono a far comprendere i cambiamenti, culturali e strutturali, avvenuti nella società contemporanea. Pendant di tutto ciò è una sorta di esplosione pornografica della bellezza, diffusa e ostentata, attraverso la divulgazione di immagini che spingono a una forte omologazione oggettivante del corpo maschile e femminile con conseguente affievolimento della mascolinità e della femminilità. L’autrice, analizzando la relazione tra la pubblicità e i consumi di lusso e di moda, da qualche tempo penetrati anche nel mondo sportivo, mediante specifiche categorie ermeneutiche individuate (lusso, potere, celebrazione dell’estetica del corpo nella moda e nello sport) mostra le influenze delle immagini pubblicitarie sui nuovi trend di consumo e sulle motivazioni al consumo. Il risultato è l’identificazione di tipologie di comportamenti che, ponendo nuovi stimoli a possibili riflessioni future, prospetta l’evolvere delle differenze tra tradizionali modelli di consumo e forme emergenti di consumo.
UN EXCURSUS SOCIOLOGICO
L’errore può essere frutto di decisioni assurde, radicali e persistenti, o derivare da azioni razionali e configurarsi come una conseguenza imprevista e non voluta. Una cosa è certa, l’errore può avere delle cause oggettive, dovute alla situazione e soggettive, derivanti dalla fallibilità e finitezza della mente umana, tuttavia, la sua gravità dipende dai contesti socio-istituzionali e d’interdipendenza, nei quali evolve. L’errore può sortire degli esiti positivi perché contribuisce a rimettere in discussione i criteri standard delle linee-guida e funge da stimolo per nuove riflessioni sulle variabili impreviste che possono condizionare le decisioni. In questo caso l’errore è fecondo. In ambito sanitario, ad esempio, l’errore è dietro l’angolo e specialmente nelle fasi più critiche del processo decisionale il livello di affidabilità della sicurezza è spesso affidato alla capacità della corretta analisi e di un’equilibrata rappresentazione del problema. La difficoltà delle scelte decisionali innesca un complesso dibattito sull’introduzione, negli ambienti di alto rischio, di nuovi e più accurati meccanismi di valutazione e di controllo finalizzati alla riduzione delle variabili impreviste. Il trattamento del rischio clinico (Risk-Management) è un ambito che di recente si è arricchito di valenze deontologiche entrando a far parte degli interventi per il miglioramento degli standard di qualità nelle prestazioni sanitarie.
PILLOLE DI ECONOMIA E FINANZA FRA SOPRA E SOTTO DI NOI
C’è spazio per un’economia giusta, solidale, basata sul rispetto del bene comune? E per una logica economica che preveda l’uomo come fine, e non come puro mezzo? Queste e altre domande – che emergono anche dalla lettura dell’enciclica di papa Francesco Laudato si’ – non andrebbero eluse, bensì affrontate, con il dovuto coraggio. La lettura dei Frammenti di un discorso economico di Gianni Caligaris ci può aiutare senz’altro in questa direzione.
Quando il Catania, il 31 luglio 1993, subisce il tentativo di radiazione da parte della Figc, Michele è un ragazzo di 17 anni, ultrà per vocazione, che fa già parte del direttivo della Falange d’Assalto. Appassionato di rock e immersioni, insieme agli amici del suo gruppo ha maturato una visione della curva e di come debba essere organizzato il tifo che, ben presto, lo porterà a staccarsi dal gruppo storico del tifo rossazzurro per fondare i Decisi. Negli anni della difficile risalita del Catania dai dilettanti, il gruppo di Michele impone la propria mentalità diventando il catalizzatore del rinnovato entusiasmo della tifoseria rossazzurra. Cori, coreografie, striscioni, organizzazione, presenza massiccia in trasferta, scontri violentissimi con le altre tifoserie e con la polizia, liti interne per il controllo della curva, la morte tragica di un membro del gruppo: tutte tappe di un’epopea che, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, porterà alla sua affermazione come capo di quella che, in tutti gli stadi e da tutte le tifoserie d’Italia, sarà conosciuta semplicemente come la Curva Nord del Catania.
Le dipendenze sono le patologie più rappresentative dell’epoca in cui viviamo, caratterizzata dalla frequenza con la quale una moltitudine di persone ingaggia un comportamento e uno stile di vita insani e distruttivi, con la convinzione paradossale che il contenuto e la modalità della propria dipendenza siano espressione della personale ricerca di libertà e benessere. L’autore del libro offre un approccio teorico e clinico originale alla complessità del problema delle varie forme di dipendenza, basato su due aspetti centrali sui quali si articola la trattazione: da una parte la descrizione dei tipi psicologici che definiscono differenti motivazioni e modalità di accostarsi alle esperienze additive, dall’altro l’approfondimento delle sub-personalità correlate alle varie forme di dipendenza. Lo scopo principale del libro è di offrire a terapeuti e operatori delle patologie da dipendenze uno strumento pratico che fa riferimento ai sette tipi umani individuati da Assagioli.
Un libro insolito: non è un racconto, né un saggio, né una raccolta di poesie. Potremmo definirlo “un viaggio”. Un viaggio nel percorso di vita dell’autore, una chiacchierata con un amico, che ti parla delle sue convinzioni, ti cita una poesia, ti racconta una commedia e quando ti annoia non si offende se non l’ascolti e vai avanti. Il filo conduttore c’è, ed è il lavoro interiore dell’autore attraverso la conoscenza e la pratica di oltre trent’anni della Psicosintesi di Assagioli e della sua meditazione, di come l’ha incontrata e chi gli ha fatto da maestro. Di tutto questo parlano sia gli scritti che i racconti, come anche la breve commedia. L’ordine di questi scritti non è casuale e il senso di quello che l’autore vuole esprimere è anche nella loro successione.
Quelli di Salvatore Cosentino in questo viaggio a Lourdes sono i pensieri di un pellegrino che si approccia al Mistero con la predisposizione a lasciarsi stupire. Pensieri come pagine di un diario. Pensieri che scandagliano l’animo del penitente alla ricerca di guarigione, non dei malanni del corpo, ma dei dubbi dell’anima. Il volume è una guida che non dispensa informazioni logistiche, ma orienta alla ricerca dell’Alto e dell’Altro.
Archetipo comunionale della Chiesa e della società. Per una lettura teologico-trinitaria del Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II può essere considerato un concilio trinitario? Il presente volume tenta di rispondere a questo interrogativo attraverso un’attenta lettura teologica dei suoi principali documenti. La straordinaria lezione conciliare insegna che Dio non è un mistero irraggiungibile, ma è comunione di Persone che si rivela e si dona all’uomo per renderlo partecipe della sua stessa vita divina. L’intenzione dei Padri conciliari infatti è quella di mostrare il Dio di Gesù Cristo come orizzonte di senso dell’esistenza umana e fondamento ultimo delle relazioni interpersonali. La Chiesa – Familia Dei – si configura allora come icona della Trinità capace di delineare un nuovo modo di vivere l’ecclesialità, i cui segni distintivi sono la sinodalità, la condivisione e la fraternità.
Riflessioni sulla malattia e la sofferenza
“Quando la sofferenza bussa nella nostra vita personale, è tutta una ridda di interrogativi che si affollano e tumultuano nel cuore: perché proprio a me? perché la vita ha per me risvolti così infidi? perché Dio sembra accanirsi su di me?”. Con queste parole scarne ed essenziali Mons. Costanzo ci colloca nel mistero del dolore.
Questa gustosa vita del santo di Padova fu pubblicata per la prima volta nel 1985. L’autore, il filosofo siciliano scomparso nel 2008, ha lasciato che il santo raccontasse di sé liberamente, dall’inizio alla fine. Ne è venuto fuori un racconto dove l’espediente romanzesco si risolve a favore della veridicità o probabilità storica, lasciando affiorare di Antonio di Padova un’immagine interiore velata di autoironia. Leggere questa biografia appassiona come leggere un romanzo a metà tra l’epica e la storia, da cui traspare, però, pagina dopo pagina, una delle più grandi figure di santi di ogni tempo.
Una sera, mentre con alcuni amici si discuteva del più e del meno, ci accorgemmo che emergeva, quasi naturalmente, il desiderio di conoscere meglio e di più l’esperienza della nostra fede. Le risposte dei tempi del catechismo non riuscivano a soddisfare il bisogno. Intanto si accorciavano i giorni che mi separavano dalla partenza per Santiago de Compostela avendo come insolito compagno di viaggio padre Pietro Antonio.
Questo libro si sviluppa durante il percorso verso Santiago, nasce dal desiderio di conoscere e dalla voglia di interrogare e interrogarsi. Chi intraprende un cammino occorre che si equipaggi per affrontare la fatica del percorso, attrezzandosi per reagire tempestivamente a ogni difficoltà preventivata o inaspettata. Le domande e le risposte nate dalla fatica di un cammino, vogliono essere – come scrive il giovane pellegrino – “un informarsi prima che certi eventi ti accadano”. Un “informarsi” per affrontare il non prevedibile cammino della fede.
Una riflessione teologico pastorale sulla vita parrocchiale
Le parrocchie oggi appaiono, e spesso lo sono, come mortificate. Somigliano più ad “aborti di comunità di salvezza” che a robusti giovani desiderosi di portare fino in fondo gli impegni assunti nel loro giuramento di fedeltà a Cristo. E anche il sacerdozio dei preti appare come mortificato. Manca di un braccio. Assomiglia più al sacerdozio di Aronne che a quello di Cristo. Il problema che si pone è sulla vera completezza del sacerdozio. Nessun prete è sacerdote di Cristo se non permette di esserlo, a modo loro, a tutti quei battezzati che i documenti ufficiali chiamano christifideles laici. Spunta così il problema parrocchia. Problema non nuovo, ma che troppo spesso è stato vissuto con una mentalità arcaica di chi voleva il laico come una sorta di aiutante-volontario, una sorta di sagrestano aggiunto. Abbiamo bisogno di una parrocchia “nuova”, “altra”, in cui il prete riscopra le radici evangeliche del suo ministero, il legame profondo con quel Gesù che adempie le promesse dei profeti e annuncia la gioia che il regno di Dio è vicino, in mezzo agli uomini, sperimentabile. Una parrocchia in cui il singolo laico viva in modo “altro” la sua religiosità.
Una biografia laica di don Antonino La Giglia, parroco della parrocchia SS. Salvatore di Leonforte, in Sicilia. Il volume ripercorre la vita del sacerdote, dal suo arrivo negli anni Cinquanta alla fondazione della parrocchia alla edificazione della chiesa. Tra le righe, la sua l’attività di instancabile annunciatore del Vangelo attraverso l’utilizzo dei nuovi media che, negli anni, si andavano diffondendo, dal cinema alla radio.
Ricerca pilota interdisciplinare per prevenire e contrastare il traffico di esseri umani e la migrazione illegale
Prefazione di Paolo De Nardis
La ricerca Stop tratta! trova collocazione nella prima fase della Campagna Stop tratta – Qui si tratta di esseri/e umani, promossa dal VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo ONG e da Missioni Don Bosco Onlus nel 2015. Infatti, in linea con le azioni A, B e C della Fase 1 della Campagna Stop tratta, la prospettiva di analisi adottata dalla ricerca Stop tratta! risponde all’intento di dare visibilità all’esperienza migratoria di immigrati che rischiano di essere una “presenza invisibile”. Nello scenario italiano in cui dilaga una percezione negativa del fenomeno migratorio connotata anche da un «gap tra percezione e realtà» dell’immigrazione (Cesareo, 2018), il rischio della loro invisibilità trascenderebbe la dimensione fisica (ossia la reale quantificazione della loro presenza) per alimentarsi attraverso rappresentazioni sociali fondate su uno iato tra ciò che si pensa dell’esperienza migratoria (percezione) e l’esperienza migratoria vissuta dai protagonisti dei flussi migratori odierni (realtà).
Il volume raccoglie gli interventi del seminario Incontrare i margini. Declinare l’educare con lo sguardo degli ultimi, svoltosi il 7 marzo 2012 presso l’Università degli Studi di Enna «Kore». Il paradigma della differenza in educazione rappresenta la chiave d’ingresso per decifrare la complessità, per interpretare l’alterità e per orientare la relazione nei termini problematicisticamente aperti dell’emancipazione critica e della coscientizzazione. Nello spirito di una pedagogia democratica, definita secondo i criteri di una nuova paideia, il corso di laurea di Scienze dell’educazione, nel solco delle iniziative promosse da cinque anni a questa parte, ha inteso offrire un nuovo contributo di riflessione per ribadire l’importanza, il valore e il significato di una pedagogia militante, che sappia sempre e comunque collocarsi dalla parte degli ultimi e svolga, inoltre, una funzione di demitizzazione/decostruzione/decriptazione per smascherare le logiche dei poteri forti della politica e dell’economia e di qualsiasi altro sistema oligarchico, corporativo e/o lobbistico. Muovendosi nell’ottica che interpreta la democrazia come tutela dei più deboli, delle minoranze e dei marginali, il volume tenta di proporre itinerari per ripensare e ridefinire il pedagogico e l’educativo con l’occhio della differenza per tracciare nuovi orizzonti ermeneutici e individuare nuovi approdi euristici in grado di attivare processi di negoziazione tra teoria e prassi educativa.
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