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BIOGRAFIA STORICO-POLITICA DI GIORGIO LA PIRA, DAL 1904 AL 1952
La biografia di uno tra i personaggi che hanno attraversato la storia della Repubblica italiana dal suo nascere al suo consolidamento, rappresentando l’originalità di una matrice cattolica in dialogo con le diverse correnti ideologiche e politiche che hanno costruito il Paese. Giorgio La Pira fu uno dei protagonisti della storia italiana del Novecento: uomo di alta spiritualità, giurista, ma anche filosofo e teologo, impegnato in posizioni di primissimo piano nell’elaborazione della nostra carta costituzionale, quindi sindaco di Firenze e promotore di iniziative di rilievo internazionale a favore della pace. Merito di Marco Luppi è stato di aver analizzato questi vari ambiti della complessa personalità di La Pira, nella loro autonomia e nei loro reciproci nessi.
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(IN LINGUA SPAGNOLA) Il libro affronta un punto essenziale, finora poco studiato. Il progetto di cui il libro è il risultato, intende seguire le direzioni storiografiche recenti e quindi tiene conto delle radici e degli sviluppi dei fenomeni socio-politici e delle realtà istituzionali che hanno legato il diritto iberoamericano al diritto europeo-continentale. In questi processi storici la Spagna ha svolto un ruolo fondamentale, perché la formazione giuridica europea dei giuristi – studenti a Salamanca e in altre Università della Penisola Iberica – ha avuto modo di affermarsi oltreoceano, anche per merito di tutti coloro che hanno operato in quei territori esercitando importanti cariche istituzionali al più alto livello e anche più modeste a livello locale, in nome della monarchia di Spagna. Secondo questa prospettiva, tutta la letteratura europea è valorizzata e si richiama l’attenzione sull’importanza che ha avuto nella letteratura giuridica indiana.
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CRISI SOCIALI E SCIENZA DEL DIRITTO ALLE ORIGINI DELL’EUROPA MODERNA
La società contemporanea è in crisi. È l’eredità del Novecento. Il diritto, non più garanzia di ordine, è vissuto spesso come strumento di potere o di guadagno. Torna in molti ambienti l’irrilevanza della volontà, perché la volontà è vincolata dallo status familiare. L’appartenenza al ceto può decidere della vita individuale. Si corre il rischio di tornare al mezzo millennio che seguì la fine dell’Impero romano, e di rivivere i secoli VI-XI. Il libro apre uno spiraglio. Ferma lo sguardo sulle categorie giuridiche nitidamente modellate nel secolo XII (furono ‘dogmi’, allora), per il coraggio di chi seppe opporsi al dominante ‘sistema feudale e signorile’. Fra tanti, i giuristi e il diritto vi ebbero parte decisiva. Per secoli è stata una partita vincente. Oggi si pone una domanda: servono le categorie giuridiche, rimodellate di epoca in epoca, per liberare l’uomo da obblighi involontari o casuali o arbitrari e per formare un ordine sociale condiviso?
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LA MEMORIA E LA STORIA
Presentare al lettore un libro sull’Europa unita è oggi un azzardo o una necessità, legata a speranza e fiducia. La conoscenza di un’eredità che ci appartiene è comunque da approfondire specialmente sul piano culturale, e giuridico in modo specifico. Come si osserva nell’occhiello preposto al testo, “un continente che ignora il proprio passato è come una persona che ha perso la memoria”. E la memoria ci riporta indietro nei sette secoli circa in cui uno ius commune europeo esisteva e si insegnava in tutte le Università del continente e si distingueva dalle plurime leges particolari, rispetto alle quali si presentava e funzionava come ius communicativum (Iacopo Belvisi) capace di innervare nelle leges princîpi e valori e categorie giuridiche d’uso corrente e comune.
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Una vecchia e tradizionale storiografia ha immaginato e sostenuto, in modo approssimativo, che i due millenni già trascorsi debbano essere divisi in tre epoche principali: ‘età romana’ fino ai secoli VI-VII, ‘medioevo’ fino ai secoli XV-XVI ed ‘età moderna’ dai secoli XVII-XVIII ai nostri giorni, con la variante di una ‘età contemporanea’ non meglio definita. Il libro che ora si presenta richiama l’attenzione su una realtà storica profondamente diversa, soprattutto per quanto riguarda l’età medievale e l’età moderna. Centra l’attenzione sul medioevo per dividerlo in modo netto fra un ‘primo medioevo’ (secoli VI-XI) e un ‘secondo medioevo’, o ‘inizio dell’età moderna’ (dai secoli XI-XII in poi). L’inizio di questa nuova realtà, già moderna, si distingue per svolte radicali, soprattutto nel campo del diritto dove sono da ricordare almeno Irnerio, i ‘quattro dottori’, la nascita delle Università e molto ancora per un lungo tempo plurisecolare, e per la nascita delle nuove lingue europee, e per la letteratura a cominciare dai molti decenni che precedono Dante Alighieri e ne seguono l’esempio, mentre emergono nuovi interessi scientifici, come per la medicina, per la matematica, per la fisica.
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DAL RINASCIMENTO MEDIEVALE ALLA MODERNITA’ IN CRISI
Nel secolo XII, dopo circa mezzo millennio, rinascono e si consolidano linee guida di origine romana, essenziali per l’attività pratica dei giuristi di nuova formazione. Si costruiscono forme, figurae (categorie), che si consolidano nel tempo per l’impegno e l’autorità di grandi personaggi che per secoli si impegnano a mettere in evidenza l’essenziale distinzione e congiunzione fra lo ius e la lex. La scientia iuris è elaborata scientificamente nelle scuole che si moltiplicano rapidamente in gran parte d’Europa, la lex è gestita e promulgata nelle comunità locali. Lo ius, diritto comune europeo (ius commune), si riversa nella lex (ius proprium) e la struttura stabilmente. Con varianti, più o meno significative e durature, il quadro generale non cambia fino al sec. XIX. Poi lentamente decade, in una modernità che predilige la legislazione (la lex) e tende a dimenticare la scienza giuridica (lo ius).
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INDICE ANNALI 12/2019
– Giorgio Forni: Capuana, Richet e la suggestione
– Giuseppe Polimeni: «Ma sarà l’opera di quello scrittore»: voci e temi del dibattito sulla lingua nella Milano pre-verghiana (1865-1871). Primi sondaggi
– Donatella La Monaca: Luigi Gualdo «corridore a staffetta» nella «selva» di fine Ottocento
– Antonino Antonazzo: Inediti verghiani in lettere a Giulio Ricordi
– Milena Giuffrida: Per un contributo all’ecdotica dei carteggi verghiani. Alcune considerazioni in margine al carteggio Verga-Capuana
– Stephanie Cerruto: Il carteggio Verga-Martini: notazioni linguistiche e culturali
– Francesca Puliafito: Appunti sulle suggestioni naturaliste ne Il marito di Elena
– Daniela De Liso: Matilde Serao, la “letterata viaggiante”. Storie di vita e di viaggi tra Napoli e il mondo sul finire dell’Ottocento
– Elisabetta Mantegna: Le «novelle che si leggono di un soffio»: Matilde Serao e la letteratura educativa post-unitaria
– Dino Manca: L’Edizione Nazionale delle Opere di Grazia Deledda: i percorsi e i risultati della prima filologia deleddiana
– Maria Carreras i Goicoechea: Nota alla polemica sulle traduzioni spagnole de I Viceré: il caso di M. Navarro e J.R. Monreal
– Andrea Manganaro :«Here and There Where the Sun Is Born and Dies»: Verga’s Heroes and Ourselves
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VERGA E “GLI ALTRI”.
LA BIBLIOTECA, I PRESUPPOSTI, LA RICEZIONE
a cura di Andrea Manganaro e Felice Rappazzo
Sono raccolti in questo numero della rivista saggi di studiosi italiani e stranieri che indagano il rapporto fra Verga e “gli altri”. Le ricerche qui esposte muovono in tre principali direzioni: la prima riguarda gli autori che sono stati fonte di suggestioni tematiche e formali, anche indirette, costituendo la “biblioteca” reale o ideale dello scrittore catanese; la seconda riguarda scrittori che ne hanno ricevuto stimoli e spunti, in Italia, a partire dai suoi contemporanei e fino al tardo Novecento; la terza guarda alla ricezione di Verga in vari paesi, anche lontani geograficamente e culturalmente. Molti dei saggi qui pubblicati sono il risultato degli interventi proposti in occasione del Convegno Internazionale Verga e “gli altri”. La biblioteca, i presupposti, la ricezione, tenutosi a Catania (27-29 settembre 2017), su iniziativa del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania, della Fondazione Verga, dell’ADI-SD (Associazione degli Italianisti – Sezione Didattica).
ANNALI INDICE N. 11/2018
– Nadia Amine: Proposta di lettura interculturale dei Malavoglia di Verga: un incontro con il Marocco tramite proverbi, modi di dire, usi e costumi
– Dainius Bure: Le prime traduzioni e i primi traduttori di Giovanni Verga in Russia e in Lituania
– Riccardo Castellana: Lo spazio sociale de I Malavoglia
– Rosario Castelli: La lezione del Maestro: De Roberto e l’angoscia dell’influenza verghiana
– Patrizia D’arrigo: Vittorini e Verga
– Novella Di Nunzio: Il Verismo come strumento interpretativo. Uno studio del realismo critico lituano alla luce dell’opera di Giovanni Verga
– Antonio Di Silvestro: Per Verga e Flaubert
– Milena Giuffrida: La biblioteca di Giovanni Verga
– Myriam Grasso: Per Pavese e Verga
– Pedro Luis Ladrón De Guevara Mellado: La presencia de Giovanni Verga en la prensa española durante el siglo XIX. Una recepción desconocida
– Giorgio Longo: Verga in Francia. Una messa a punto
– Andrea Manganaro: Verga e il 1848
– Felice Rappazzo: Presupposti per Verga: fra Balzac e Stendhal nel processo della rappresentazione
– Massimo Schilirò: Il silenzio del maestro. Verga e Brancati
– Antonio Sciacovelli: Verga e la Finlandia
– Giuseppe Traina: Un’idea di Verga in Sciascia, Bufalino e Consolo
– Pasquale Guaragnella: A proposito del libro di Giuseppe Traina, Un altro De Roberto. Esperimenti e ghiribizzi di uno scrittore, Loffredo, Napoli 2018
– Simona Inserra: Dediche, postille e segni di lettura nei libri di Federico De Roberto: tracce d’uso in una biblioteca d’autore
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MOTI POPOLARI NELLA LETTERATURA ITALIANA TRA UNITA’ E PRIMA GUERRA MONDIALE
a cura di Nicolò Mineo
INDICE ANNALI N. 10 /2017
– Alessandro Merci: «Come disperar della plebe?»: Carducci e il mito infranto del popolo nazionale
– Clara Allasia: «Stanga, Quibio, Cràstino […] oggi sono degli spostati»: Giovanni Cena e il Risorgimento nelle soffitte di via San Donato
– Fabiana Savorgnan Cergneu Di Brazzà: L’idea di popolo nella narrativa di Caterina Percoto
– Nicolò Mineo: Per una rilettura di “Libertà” di Giovanni Verga
– Mario Tropea: Sull’Oceano e “della leggera”. Aspetti dell’emigrazione in letteratura: De Amicis, Pascoli, Campana (e Emilio Salgari)
– Emanuela Bufacchi: «‘O cannone fa buh buh!». Note sui moti del ’98 a Napoli tra cronaca e letteratura
– Dora Marchese: Memorie familiari tra Risorgimento e Primo Novecento in uno scritto inedito di Adelaide Bernardini
– Aldo Maria Morace: Verso la Grande Guerra. Ribellismo e colonialismo
– Laura Nay: «Un guizzo di fiamma nella prigione del lucido cristallo»: «Per l’idea» letteratura e socialismo a Torino
– Silvia Zoppi Garampi: «La vita nova» (1895-1896): la letteratura precede e prepara la nascita del movimento politico della democrazia cristiana di Romolo Murri
– Giuseppe Traina: Rubè di Borgese, «inquieto e inquietante» romanzo dell’ambivalenza
– Luigi Marseglia: La Jacquerie e la rivoluzione ‘pacifica’ negli scritti di Tommaso Fiore
– Rossana Lavopa: «Ispirato dal vero»: Francesco Bernardini e la letteratura di brigantaggio
– Renata Cotrone: «Fare opera d’arte insieme»: Tommaso Fiore e la realtà culturale del Sud
– Cinzia Gallo: Moti e rivolte popolari nel Risorgimento di Vincenzo Consolo
– Giovanna Alfonzetti: Cortesia di “genere” diverso: Marina ed Enrichetto, tra galatei e romanzi di formazione
– Daria Motta: Studio preliminare per l’edizione critica di Una peccatrice
– Rosaria Sardo: Capuana tra questione della Fiaba e questione della lingua
– Agnese Amaduri: Documenti dal fronte: l’epistolario di Federico De Roberto e i suoi “racconti di guerra”
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VERGA E NOI
LA CRITICA, IL CANONE, LE NUOVE INTERPRETAZIONI
(Siena, 16-17 marzo 2016)
a cura di Riccardo Castellana, Andrea Manganaro, Pierluigi Pellini
Si pubblicano in questo fascicolo degli «Annali della Fondazione Verga» i risultati del convegno Verga e noi. La critica, il canone, le nuove interpretazioni, organizzato a Siena il 16 e 17 marzo 2016 da Riccardo Castellana e Pierluigi Pellini presso il Dipartimento di filologia e critica delle letterature antiche e moderne, nell’ambito delle attività del Dottorato di ricerca in Filologia e critica e con il sostegno economico dell’editore Palumbo di Palermo.
INDICE ANNALIL N. 9/2016
– Romano Luperini: Il «terzo spazio» dei vinti
– Andrea Manganaro: Partenze senza ritorno. Gli eroi di Verga e noi
– Giuseppe Lo Castro: Gli incubi del narratore. Quelli del colèra e la logica della folla
– Gabriella Alfieri: Le «gamme retoriche» del «non grammatico» Verga
– Alessio Baldini: Raccontare l’Italia plurale: “questione meridionale” e immaginario morale nel Verga verista
– Felice Rappazzo: Giovanni Verga moralista e antropologo: all’ombra del realismo, verso il Novecento
– Francesco de Cristofaro: La realtà trema. Il Verga straniato di Vaccari, Scimeca, Delbono
– Paolo Giovannetti: Il lettore ‘immersivo’ di Verga: qualche ipotesi
– Daniele Giglioli: Il personaggio in lotta con l’autore: ’Ntoni ed Étienne
– Riccardo Castellana: Descrizione d’ambiente e spazio sociale nel Mastro-don Gesualdo
– Matteo Di Gesù: Verga e il sentire mafioso. Altre annotazioni tra storia e letteratura
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CAPUANA NARRATORE TRA FIABA E NOVELLA
Atti del Congresso per il centenario della morte
(Catania, 11-12 dicembre 2015)
a cura di Dora Marchese
INDICE ANNALI 8/2015
– Nicolò Mineo: Trasformazione e stabilizzazione nella fiaba di Capuana: Si conta e si racconta
– Domenico Tanteri: Capuana fantastico (e fantascientifico)
– Mario Tropea: Contributo per un ordinamento delle novelle spiritiche di Luigi Capuana
– Rosalba Galvagno: La donna “nervosa” e “moderna” di Luigi Capuana. Fasma e i Profili di donne 83 Giorgio Forni Anomalia e sperimentazione nei Profili di donne di Luigi Capuana
– Dario Stazzone: Tra parola e immagine: Profili di donne di Luigi Capuana
– Ambra Carta: Le Appassionate in camera oscura
– Dora Marchese: Riscritture capuaniane di novelle verghiane sulla giustizia
– Giuseppe Domenico: Basile Ironia, pittoresco e orientalizzazioni. L’immagine della Sicilia nelle Paesane di Luigi Capuana
– Arnold Cassola: Luigi Capuana e i suoi rapporti con Malta
– Guido Nicastro: Gli atti unici di Capuana tra Verga e Pirandello
– Aldo Maria Morace: Capuana e il teatro in versi
– Cinzia Emmi: La voce di Giacinta: sulla lingua del dramma eponimo
INDICE N. 7/2014
GENERI TESTUALI NEL VERISMO
– Carla Riccardi: Con il verismo nasce la novella moderna
– Rosalba Galvagno: Figure del Cristo ne Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana
– Margherita De Blasi: Tra romanzo e novella. Coincidenze tra X ed Eros
– Damiano Frasca: Una lettura di Quelli del colèra di Giovanni Verga
– Rosa Maria Monastra: Due serve verghiane: Lucia e Femia
– Novella Primo: Le maschere nella Primavera di Verga novelliere
– Oreste Palmiero: «Mio caro Pino della montagna»: In portineria e il teatro nel carteggio Verga-Giacosa
– Andrea Manganaro: «La prima ispirazione della forma». La genesi ‘fiabesca’ delle novelle di Verga
– Milena Giuffrida: Nella biblioteca di Verga: suggestioni e modelli
– Antonio Di Silvestro: Verga: gli abbozzi teatrali e il ciclo incompiuto
– Maria Di Giovanna: Squallide derive in Artisti da strapazzo. Su due finali e altre varianti
– Giulia Lombardi: «In lei c’è una vera stoffa di novelliere». Federico De Roberto autore di novelle
– Giuseppe Traina: Ironia e umorismo nella narrativa breve di Federico De Roberto
– Rosario Castelli: Per un’edizione completa del teatro di Federico De Roberto: testi rappresentati, inediti e rari
INDICE
– Gabriella Alfieri: Presentazione
– Giorgio Forni: La vicenda redazionale delle Novelle rusticane. Un quadro dei risultati conseguiti
– Lucia Bertolini: Il percorso discontinuo da Frine a Eva
– Maria Di Venuta: Il marito di Elena
– Carla Riccardi: Primavera: una nuova fisiologia dell’amore
– Margherita De Blasi: Per l’edizione critica di Eros
– Rosy Cupo: Per l’edizione critica di Dal tuo al mio di Giovanni Verga
– Barbara Rodà: Per l’edizione critica del testo teatrale de La Lupa. Con una nota su Cavalleria rusticana
INDICE ANNALI N. 5/2012
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– Luciana Salibra: Incastri di lingua e dialetto nel Mastro-don Gesualdo di Vaccari
– Manuel Gamuzza: La “silenziosa” evoluzione dei protagonisti: Gesualdo e Bianca tra le due stesure del Mastro
– Antonio Di Silvestro: Capuana e Verga tra ‘plagio’ e riscrittura. La novella Quacquarà e il Mastro-don Gesualdo
– Salvina Bosco: Le carte rapite
– Antonio Di Grado: Viaggiatori virtuali e scrittori in gita. Da Verga a Vittorini e oltre
– Modestino Della Sala: Verga e Del Balzo. La storia vera ne Il marito di Elena
– Dario Stazzone: L’imperativo del nome del padre e il «delirio» ne Il marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana
– Luigi Di Giovanni: Il volto del paese di Cesare Dorello
– SAGGI
MANLIO BELLOMO: Ius commune e Shakespeare, fra drammi e commedie
(ABSTRACT)
KENNETH PENNINGTON: Per un Corpus Irnerianum
(ABSTRACT)
ANDREA PADOVANI: Abelardo e Irnerio. Pensieri sulla servitù
(ABSTRACT)
CECILIA NATALINI: In tema di editio actionis e vocatio in ius nel secolo XII
(ABSTRACT)
PAOLA MAFFEI: Le prerogative fiscali del re d’Aragona nel Tractatus super materia munerum (c. 1277) di Alberto da Lavagna
(ABSTRACT)
CHIARA VALSECCHI: Tra pubblica necessità, immunità e privilegi. Il potere impositivo della civitas nel Tractatus de collectis di Pietro degli Ubaldi
(ABSTRACT)
ALARICO BARBAGLI: L’apporto dell’umanesimo giuridico agli studi di metrologia antica. Il Libellus de ponderibus et mensuris di Andrea Alciato
(ABSTRACT)
– DISCUSSIONI
DIEGO QUAGLIONI: “Quelque chose dont nous souhaitons vivre encore”. Società feudale e storia costituzionale in Occidente
(ABSTRACT)
CHRISTIAN ZENDRI: Relazioni feudali e scienza giuridica nella tradizione occidentale: da Baldo degli Ubaldi a Iacopo Alvarotti
(ABSTRACT)
NOTE E DOCUMENTI
ORAZIO CONDORELLI: Campagna, città, vincoli di dipendenza personale: il caso del “Regnum Siciliae” in età normanno-sveva
(ABSTRACT)
– RICORDI
MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 1: Tecniche didattiche per la formazione teorica e professionale dei giuristi medievali
(ABSTRACT)
MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 2: Per la presentazione del libro “Quaestiones in iure civili disputatae . Didattica e prassi colta nel sistema del diritto comune fra Duecento e Trecento”
(ABSTRACT)
MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 3: Per la presentazione del “Catálogo de los manuscritos jurídicos de la Biblioteca Capitular de la Seu de Urgell”
(ABSTRACT)
MANLIO BELLOMO: Ricordi… non è mai troppo tardi, nr. 4: I signori dell’arbitrio e il princeps legibus solutus
(ABSTRACT)
– ORIENTAMENTI BIBLIOGRAFICI
– Bibliografia
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