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Jasmine fuma la pipa è un noir mediterraneo, che si ispira al romanzo realista italiano e che nasce con l’intento di raccontare i profondi contrasti tra la bellezza dei luoghi e la malvagità dei crimini. La vita di Jasmine sembra essere caratterizzata da una nuvola nera che, nel corso degli anni, ha portato via in modo drammatico prima il padre e la madre e poi la nonna. Soprattutto la morte dei genitori, il papà un noto magistrato palermitano, ha condizionato molto la vita da adulta di Jasmine che, trasferitasi a Roma, diventerà una giornalista investigatrice. Dotata di grande acume e una straordinaria capacità di focalizzare dettagli, indaga con successo su vari casi di cronaca nera che destano ansie ma anche curiosità nel Paese. Come una moderna Sherlock Holmes, di cui è accanita lettrice, anche Jasmine fuma la pipa per concentrarsi sulle sue indagini, aiutata e sostenuta dai consigli del prof. Antonio Bloom, noto criminologo conteso dai principali canali televisivi nazionali. E sarà proprio il prof. Bloom a indirizzarla sulla giusta pista che la condurrà, a distanza di anni, a scoprire i mandanti e la causa dell’omicidio dei suoi genitori.
Dopo aver scontato la pena per la rapina alla Morgan’s Bank di Boston, Charles Jakoby, autista di Al Capone, viene rispedito in Sicilia con il marchio di “infame”, per avere dato informazioni sul suo capo all’FBI. Arriva così a Messina, come soggetto non gradito né alla polizia né alle “famiglie” della città. Ma siamo nel 1948 e le elezioni del primo Parlamento repubblicano trasformeranno Charles/Placido in una pedina nella mani di politici e mafiosi.
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