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Prefazione di Salvo Andò
La democrazia e l’educazione costituiscono il più sicuro ed efficace antidoto contro il populismo, male endemico di tutte le forme di governo non libertarie, autoritarie e/o, addirittura, dittatoriali. Già i Greci sapevano che la democrazia può degenerare in demagogia e che, quindi, la forma più avanzata di partecipazione e di coinvolgimento popolare può facilmente trasformarsi in una deriva autoritaria, anche se apparentemente mantiene le forme, le strutture e le istituzioni del governo di tutti. I pericoli risultano maggiori, oggi, con il trionfo del potere mediatico, che permette una capillare e sistematica manipolazione dell’opinione pubblica e, peraltro, pervicacemente cerca di penetrare nelle menti per orientare il pensiero, le scelte, le opinioni. Così si ha il trionfo del pensiero unico, che non ha più bisogno di un esercizio libero della ragione ma di soggetti proni di fronte alle offerte del mercato, gagliardamente consumatori, non più cittadini ma sudditi; non servono più intellettuali, ma persone genericamente informate e/o formate. Per tale ragione diventa imperativo categorico ripensare in termini etici la politica e ridotare di senso e di valore l’educazione come pratica/strumento/percorso capace di favorire il cambiamento, di stimolare l’emancipazione, di promuovere il riscatto per tutti e per ciascuno e, di conseguenza, di scongiurare qualsiasi deriva populista, il demagogismo libertario, la tirannia del mercato, la mancanza di coscienza critica, l’idolatria del dio denaro, il culto dei potenti e dei più forti.
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