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Con tanta ironia Paolo Beneventi racconta la storia di Prospero, un bambino predestinato a essere leader in virtù delle tante bugie che diceva.
Ancora prima di nascere, Prospero già diceva le bugie! Ne raccontava così tante e così bene, prima al parco poi anche a scuola, che tutti gli credevano. E più erano le bugie più lui veniva ammirato da tutti nel quartiere. Era sempre al centro dell’attenzione e tutto sembrava girarare intorno a lui.
Prospero aveva anche uno spiccato senso per gli affari e imparò a sfruttare questo potere per fare soldi! Da grande sarebbe certamente diventato uno dei padroni del mondo! I social network l’avrebbero fatto diventare il più grande di tutti.
Ma il successo è effimero, e i prepotenti e gli imbroglioni di oggi non sono sempre destinati a diventare i leader di domani. A volte basta una ragazzina bella e intelligente, che non si lascia ammaliare dalle bugie, per cambiare le cose.
Per un’etica del credente nei social.
Quale rapporto c’è oggi tra la fede e i social media? In quale maniera i cristiani, e i cattolici in particolare, utilizzano i social media, non solo per parlare di cose inerenti la propria fede, ma più in generale? Come ci si pone di fronte ai milioni di dita puntati nei confronti dell’Altro? Come ci si pone nei confronti delle fake news? L’Autore, a partire dalla sua esperienza di pastore e predicatore, ha analizzato la maniera in cui i cristiani utilizzano i nuovi media e come e se questo utilizzo trova i suoi benchmark nel Vangelo. Il risultato è che il popolo di Dio quando si trasforma in popolo di facebook tende a uniformarsi alle cose del mondo piuttosto che ispirarsi alle cose di Dio. Il libro offre delle linee guida e un decalogo per aiutare i cristiani a utilizzare i social senza dimenticare il Vangelo.
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