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UN EXCURSUS SOCIOLOGICO
L’errore può essere frutto di decisioni assurde, radicali e persistenti, o derivare da azioni razionali e configurarsi come una conseguenza imprevista e non voluta. Una cosa è certa, l’errore può avere delle cause oggettive, dovute alla situazione e soggettive, derivanti dalla fallibilità e finitezza della mente umana, tuttavia, la sua gravità dipende dai contesti socio-istituzionali e d’interdipendenza, nei quali evolve. L’errore può sortire degli esiti positivi perché contribuisce a rimettere in discussione i criteri standard delle linee-guida e funge da stimolo per nuove riflessioni sulle variabili impreviste che possono condizionare le decisioni. In questo caso l’errore è fecondo. In ambito sanitario, ad esempio, l’errore è dietro l’angolo e specialmente nelle fasi più critiche del processo decisionale il livello di affidabilità della sicurezza è spesso affidato alla capacità della corretta analisi e di un’equilibrata rappresentazione del problema. La difficoltà delle scelte decisionali innesca un complesso dibattito sull’introduzione, negli ambienti di alto rischio, di nuovi e più accurati meccanismi di valutazione e di controllo finalizzati alla riduzione delle variabili impreviste. Il trattamento del rischio clinico (Risk-Management) è un ambito che di recente si è arricchito di valenze deontologiche entrando a far parte degli interventi per il miglioramento degli standard di qualità nelle prestazioni sanitarie.
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